Il Refettorio Ambrosiano è nato in occasione di Expo 2015 dalle intuizioni dello chef Massimo Bottura e del regista Davide Rampello che hanno coinvolto la Caritas ambrosiana per tradurre in concreto una nuova idea di solidarietà alla quale si sono unite le eccellenze dell’arte, della cucina, della cultura e della società.
E così, nell’ex teatro annesso alla parrocchia San Martino nel quartiere Greco di Milano, la bella sala degli anni 30 è stata trasformata in un refettorio aperto alla città. Qui, nel corso di Expo 2015, 60 chef stellati di tutto il mondo si sono avvicendati per cucinare con creatività le eccedenze alimentari: da Mario Batali ad Alain Ducasse, da Gaston Acurio e René Redzepi… tutti i più grandi si sono misurati in cucina realizzando ricette con ingredienti di recupero, dalle bucce di patate al pane raffermo.
Una logica rivoluzionaria e più che mai indispensabile, se si calcola che lo spreco alimentare prodotto dagli italiani, solo all’interno delle mura domestiche, vale 8,7 miliardi di euro, ovvero oltre mezzo punto di PIL.
Ma nel progetto anti-spreco e solidale, fin dall’inizio, si è pensato anche al nutrimento per l’anima, il che ha reso il Refettorio Ambrosiano un esempio unico al mondo: artisti italiani del calibro di Carlo Benvenuto, Mimmo Palladino, Gaetano Pesce ed Enzo Cucchi hanno creato e donato opere d’arte appositamente per il Refettorio. Collocata all’esterno della struttura, l’insegna al neon No More Excuses di Maurizio Nannucci è diventata un simbolo per tutto il quartiere. Mentre il marchio Riva 1920 ha prodotto i 13 tavoli progettati da alcuni degli autori più illustri del design e dell’architettura internazionale: Mario Bellini, Pierluigi Cerri, Aldo Cibic, Antonio Citterio, Michele De Lucchi, Giulio Iacchetti, Piero Lissoni, Alessandro Mendini, Fabio Novembre, Franco Origoni, Italo Rota, Patricia Urquiola e Terry Dwan.
E visto che, purtroppo, anche nella nostra città c’è chi è costretto a risparmiare sul cibo e chi lo spreca, il Refettorio Ambrosiano continua a vivere, ogni giorno (anche quelli di festa), come mensa per i senzatetto, cucinando il surplus della fornitura dei supermercati. Lo spazio è ormai riconosciuto come centro culturale della città e continua a ospitare lezioni, eventi e incontri educativi, per gli ospiti (persone seguite e segnalate dalla rete dei Centri di Ascolto e dai servizi di Caritas Ambrosiana) ma anche per tutta la cittadinanza.
Prossima tappa? Massimo Bottura è pronto a esportare il modello del Refettorio ambrosiano a Detroit, negli Stati Uniti. E poi, a seguire, a New Orleans e a New York, nel Bronx, e a Los Angeles, probabilmente con l’aiuto della fondazione di Michelle e Barack Obama con i quali lo chef modenese si è già incontrato.
Per aiutare nella distribuzione dei pasti e nelle attività, il Refettorio Ambrosiano è sempre pronto ad accogliere nuovi volontari, basta compilare il modulo a questo link o contattare l’Associazione per il Refettorio Ambrosiano.
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