Al momento stai visualizzando Casa Jannacci: il dormitorio “partecipato”

Casa Jannacci: il dormitorio “partecipato”

La più antica casa dell’accoglienza d’Italia, offerta di notte a chi è senza dimora, continua ad accogliere temporaneamente “persone adulte in difficoltà, in grave stato di bisogno, prive di una diversa risorsa alloggiativa e senza mezzi economici per procurarsela”. Si tratta di un ampio spazio dedicato a donne e uomini, italiani, stranieri, apolidi, aperto tutte le notti, tutto l’anno (si paga 1,50 euro per il posto letto e 1,50 euro per il pasto serale), offre molto di più: dal centro diurno alle docce e al guardaroba, dalla biblioteca al servizio educativo e sociale. Qui molti milanesi, oltre a prestare servizio di volontariato tramite decine di associazioni, hanno la buona abitudine di portare indumenti e libri in buono stato, per dare un piccolo contributo di ospitalità a chi ha avuto meno fortuna.

 

Un progetto in perfetta sintonia con l’anima di Enzo Jannacci, il grande cantautore milanese che si è sempre impegnato nel sociale e ha saputo raccontare la città dei poveri e degli emarginati come nessun altro, con delicatezza e poesia. Per questo, dal maggio 2014 (a circa un anno dalla sua scomparsa), il vecchio “dormitorio di viale Ortles” è stato intitolato a Enzo Jannacci, maestro di musica e di vita. E da quel giorno è diventato sempre meno dormitorio e sempre più casa dell’accoglienza, aprendosi alla città come luogo di incontro e di scambio di esperienze, di contatti e di opportunità di inclusione.

 

Oggi, Casa Jannacci ospita eventi aperti alla città, tutto l’anno (mostre, concerti, incontri e persino tornei sportivi) e pubblica un giornalino, Piano terra, che dà voce agli ultimi. Proprio come il grande Enzo.